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lavocedeipesci: settembre 2014

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. La costruzione del corpo passa il tempo a fare i nodi. Ha i pezzi protesi sul mondo. Le braccia e le mani. Tenute insieme dieci dita per volta. Una storia per ogni parte. Sotto i piedi non si vede il mare. Ciascuno studia i cieli. Bagna solo i pensieri al sicuro ma ciascuno. Ha bisogno delle acque fino agli occhi. Una volta smarrito il bruciore. Non hanno senso il buio. Chiedo a te se veramente siamo qui. Scrivo parole rarefatte spero nel fondale.

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lavocedeipesci: giugno 2012

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. Ma il cuore vaga e medita. Il testo per l'esame è una poesia. Che non si trova messa tra due assi. Comodamente stesa nel riquadro. Prossimo giro spera nel destino. Vuole un dolore forte ma preciso. Individuato con le coordinate. Da uccidere con cura e chirurgia. Vestita di grigio come le strade. Si baciano gli amanti tra la folla dei treni. Lui si promette a lei. Che languida città di fiume. I suoi musei non sbagliano mai. A tutte le nuove coppie.

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lavocedeipesci: gennaio 2012

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. Se fiotta il sangue. Delle ragioni messe in fuga. Ripassa il ponte che procede nei metalli. Così le donne fermano le guerre. Facendo segni ai corpi. E le mie tracce, credi. Di notte diventano stelle. Le disperde comunque alla vista. Per la fine del mondo annunciata. Hanno ucciso con cura tutte le bestie. Che la natura anticorpi per forza. Gocce di seme perso nello spazio. Impazziremo cercando la rotta. In cerca di vagine. Prende la mossa e sfila.

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lavocedeipesci: requie

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. Chiedo a te se veramente siamo qui. Scrivo parole rarefatte spero nel fondale. E regga i panorami. Meraviglia per la gioia degli occhi. Dietro i quadri senza orecchio stanno i colpi inferti ripetutamente. La cartilagine resiste ai fogli delle forbici affilate. I pianti dei neonati appena fuori dal riparo. Non avranno mai ritorno. Non penso altro sono dentro e fuori. La pace di un qualunque panorama. È il corpo nudo tuo. Le supernove sono stelle morte.

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lavocedeipesci: Laboratorio

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. Non usare pronomi non fare segni. I gesti si mordono le guance. Non masticare non usare rumore. Trova i metalli nascosti nei piatti. Non dimettere il corpo da quello che sa. Le mani le gambe le bocche nascoste. Muovi le orecchie ascolta gli odori guarda. Se taci e non taci. Soli neanche una volta. Non sei pensiero stanotte non hai. Che le tue ossa felici le tue ossa rotte. Non sei che carne tessuta paziente nei giorni. E trovano infine la morte.

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lavocedeipesci: la vuota

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. Tempo di lancette segna labbra. Un orologio a bocca. Dove resti puntata sul muro. E credevi che ci fossi. Iscriviti a: Commenti sul post (Atom). Ordine sparso di versi. Visualizza il mio profilo completo. Vari titoli di relazione. Non ho nient'altro da dichiarare che il buio complice del mare".

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lavocedeipesci: febbraio 2012

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. Se lascio in giro. Il grigio di quei giorni. È un cecchino paziente. In un tratto di mare indifferenza. I suoi muscoli distratti. Non si accorgevano dell'infarto. E dopo il colpo. Nei desideri degli altri. Dove ghepardo segue la gazzella. E come duro amore. Si combatte e si tallona. A ballo ci sono due respiri. E un sorso solo. Uno che morde e uno che muore. Gironzolava nuda quattro mani. Giocando con la luce. Puntava nervi sulla pancia. Un concerto...

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lavocedeipesci: aprile 2012

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. Formale invito a romperci le nozze. Perchè non sia più io. Che del coraggio perdo tracce. Per poi dimenticare che il dolore. Mi pesa con enorme verità. Sulle finzioni seminate a marzo. Dopo le nevi dell'inverno. Nelle caverne del tuo corpo rosa. Senza una zattera comunque vada. Guardo lo stesso identico colore. E il sole che ripara e io. Perchè se non capisco dove sono. È solo il sintomo di un altro viaggio. Silenzio si giustifica da solo. Che ti ha...

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lavocedeipesci: Nottario 1

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. La notte funivia lascia che le parole. Sulle porte dove pisciano i mentecatti. Abbiano pane per i randagi. E montagne di caviale. Comprava così la compagnia del mondo nero. Alle ore che non giudicano i resti. Del corpo esanime del corpo triste. Che passa le autostrade al banco bar. Scusando il fumo degli altri. Dopo una stringa di caffè contò il suo resto. Per pulirsi la coscienza e fittare una femmina di uomo. Dieci minuti di silenzio.

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lavocedeipesci: La perduta eco dei segnali gsM

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Registrazioni immaginarie da rigagnoli canali e acquai. La perduta eco dei segnali gsM. Fatti sulle giunture articolazioni non riesco a muovere la punta delle dita. Mostri quanti sbagli ce ne sono troppi. Rivanga e non dimentica. La cera sistemata sull'asfalto. I cani maschi seguono il calore passano sotto gli autoarticolati. Attraversano la strada e i cancelli elettrici senza guardare. Puntano ai garage per non avere colpi. Fissano il cielo dei balconi. Non sentono la luna. Quello che abbiamo detto.